Io & Marley di John Grogan
E’ evidente che la frequenza con la quale scriverò a proposito di libri letti sarà molto bassa. E’ più facile avere due ore per guardarsi un film piuttosto che tempo da dedicare alla lettura extra oltre al capitolino letto ogni sera prima di dormire (abitudine tra l’altra nuova che è già un passa avanti!).
Veniamo al libro.
Prima cosa lecita da chiedersi: chi è Marley? Dato che la copertina del libro è interamente riempita dal faccione simpatico di un labrador non è difficile dedurre che si tratta di un cane. Questo libro concretizza il suo ricordo che il padrone ha potuto condividere con moltissime altre persone. Bisogna tener presente che essendo un giornalista non c’è da lamentarsi sul tipo di scrittura.
Si parla della vita passata con questo grande amico da quando lui è un cucciolo a quando è il momento di lasciarlo andare. Ci sono tanti aneddoti divertenti dettati dal comportamento piuttosto irrequieto e particolare di questo cane. C’è però una netta differenza secondo me sulle sensazioni che un lettore che possiede un cane può provare rispetto a uno che non sa cosa vuol dire convivere con un esemplare di amico non uomo. Io capisco bene cosa si prova quando tornando a casa c’è questo piccoletto che sta tutto il giorno ad aspettarti che ti corre incontro e ti salta addosso facendoti capire quanto sia pieno di gioia questo momento per lui. Non c’è modo di far capire a chi non ha un cane quanto sia bello sentire il suo corpicino che si mette accanto a te per dormire con la certezza che sei lì con lui. Veglia su di te, ma ti chiede anche ti proteggerlo e di aiutarlo quando lui magari non può fare qualcosa da solo. Allora allunga per esempio una zampina e la sbatte più volte sulla ciotola dell’acqua vuota per dirti “Scusa io ho sete, ma più di questo non posso fare per avere dell’acqua!”. E quando corre felice e fiero in un bel prato fino a che non è così stanco da addormentarsi subito in macchina!
Mi piace citare questi pochi righi del libro:
“Era possibile per un cane, qualsiasi cane, ma soprattutto un pazzo cane incontrollabile come il nostro, indicare agli umani le cose che contavano realmente nella vita?Direi di sì. Lealtà. Coraggio. Devozione. Semplicità. Gioia. E le cose che non contano. A un cane non servono automobili lussuose o grandi case o vestiti di sartoria. Gli status symbol non significano niente per lui. Un bastone fradicio gli va altrettanto bene. Un cane giudica gli altri non dal colore, il credo o la classe ma da chi sono interiormente. A un cane non importa se sei ricco o povero, istruito o analfabeta, intelligente o stupido. Dagli il tuo cuore e lui ti darà il suo. Era molto semplice, eppure noi umani, così più saggi e più sofisticati, abbiamo sempre avuto difficoltà a immaginare quel che conta e non conta realmente.”
P.s. Stasera io e Ugo (il mio beagle) abbiamo saltato insieme sul divano per festeggiare la vittoria che ci ha portati in semifinale. Grande Fiorentina! Sempre e solo Forza Viola!
giovedì 10 aprile 2008
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